Anticipo TFS: per i dipendenti pubblici che hanno fatto domanda di anticipo tfs grazie all’ opportunità introdotta dal decreto 4/2019 per chi è andato in pensione con Quota 100 e dovranno attendere diversi anni per ricevere la liquidazione, potranno beneficiare di un anticipo con tasso di interesse agevolato.
Nel decreto – pubblicato il 5 settembre scorso in Gazzetta Ufficiale – con cui è stato recepito l’accordo quadro sottoscritto con le banche è, possibile per gli statali fare richiesta per l’anticipo, fino ad un massimo di 45 mila euro, della buonuscita.
Sembrerebbero esserci tutti gli elementi, affinché l’anticipo del TFS/TFR diventi operativo: tuttavia, i tempi di pagamento e di arrivo della prima tranche sembrano essere più lunghi di quanto previsto.

Perché il pagamento arriverà in ritardo per gli statali?
Secondo quanto stabilito dal decreto 4/2019 per coloro che accedono alla pensione con Quota 100 dovranno, comunque, attendere l’età pensionabile prima di avere il Trattamento di fine servizio. Per cui, chi è andato in pensione a 62 anni dovrà attendere 5 anni per la liquidazione; ecco perchè è stata riconosciuta la possibilità di ottenere un anticipo fino a 45 mila – solo per i dipendenti pubblici – finanziato tramite prestito bancario da restituire con tasso d’interesse agevolato.
Nonostante l’entusiasmo con cui è stata accolta questa riforma in parlamento, il Ministro della Pubblica Amministrazione non dice che il pagamento dell’anticipo TFS/TFR avverrà in ritardo. L’INPS, infatti, non ha ancora la possibilità di ricevere le domande.
Il ritardo non è, però, imputabile all’INPS (come accaduto per bonus e cassa integrazione introdotti causa COVID). Per far sì che tutto sia pronto per l’erogazione delle prime richieste di anticipo TFR/TFS è necessario attivare il Fondo di Garanzia con dotazione iniziale di 75 milioni di euro.
Un Fondo che doveva partire già lo scorso anno ma su cui il Ministero dell’Economia ha tergiversato. Fino ad allora niente anticipo ed i sindacati, visti questi ritardi, provano ad incrementare la platea di beneficiari che potrà attingere a questo strumento.

I sindacati provano ad allargare la platea
Nel frattempo, a causa del ritardo nel completamento della procedura che porterà al pagamento dell’anticipo della liquidazione per i dipendenti pubblici, i sindacati hanno chiesto di allargare la platea dei beneficiari.
È stato chiesto di includere tutti coloro i quali accedono a quelle misure di prepensionamento in quanto categorie che necessitano di una maggior tutela. Per esempio, come chi ha fatto ricorso all’APE Sociale o all’Opzione Donna (misure, tra l’altro, prorogate con la Legge di Bilancio 2020).
Il tutto verrà ridefinito con la nuova riforma delle pensioni.